Non perderti l'opportunità di scoprire Mozzo in modo completamente nuovo! Un'esperienza emozionante e coinvolgente che rimarrà con te per sempre.

prova l'esperienza dei tre cammini di Mozzo Risuona.

Sarà un’occasione unica per conoscere l’anima vibrante di Mozzo.
Quello che rende questo progetto davvero speciale sono i suoi tre itinerari completamente inediti, creati dai cittadini, sapientemente condotti da esperte guide escursionistiche.
Ogni itinerario è una scoperta, un viaggio attraverso la storia, l’arte e la natura che definisce il carattere unico di Mozzo.

  1. Piazza Trieste
    Nel 1934 il Comune di Mozzo (allora chiamato Curdomo) costruisce un lavatoio pubblico. Era un manufatto in cemento armato, all’interno c’erano otto vasche con doppio piano di lavoro, in modo
    che su ogni vasca potevano lavare due donne.
    Nel 1961 il lavatoio viene demolito, si comincia a costruire le prime case e in meno di 15 anni quella zona, prima ricca di vigneti e gelsi, diventa il quartiere di Santa Lucia. 
  2. Auditorium comunale “Anna Maria Mozzoni”.
    Intitolato nel 2019 in occasione della suaristrutturazione ad Anna Maria Mozzoni(Milano, 5 maggio 1837 – Roma, 14 giugno 1920)giornalista italiana, attivista dei diritti civili epioniera del movimento di emancipazione delle donne in Italia.
  3. Le case di Via Verdi
    Case progettate nel 1977 dagli architetti Aldo Rossi e Attilio Pizzigoni si distinguono per glielementi in lamiera verde pallido e per le facciate dalle sfumature madreperlacee. Hanno ispirato persino una tesi di laurea in Inghilterra.
  4. Villa Dorotina
    Una delle ville signorili d’epoca distribuite sul territori comunale. È un edificio a pianta rettangolare con la parete frontale esposta a sud e un’ampia ed elegante corte interna. La planimetria, la profilatura delle sagome dei pilastri come le ornamentazioni in rilievo che li abbelliscono, denotano una datazione sulla metà del XVIII secolo. È in questa casa deliziosamente affrescata che il celebre musicista Gaetano Donizetti, amico della famiglia proprietaria del tempo, si recò più volte. Tale il legame che vi si instaurò che in una lettera a un amico da Vienna nel dicembre 1844 in un’ora di tristezza scrisse: “Vorrei essere alla Dorotina: ecco la mia voglia e non qui! Là nella stanzetta al caldo…”.
  5. Tombotto
    Nel sottopasso da tempo diversi writers hanno “dipinto” le loro opere sui muri “colorando” il passaggio alle centinaia di persone che ogni giorno transitano.
  6. Casa Famiglia S. Francesca Romana
    Una cappelletta del Cinquecento con le sue pertinenze nel Novecento si trasforma in un’istituzione per l’assistenza di ragazze-madri fino a diventare la residenza delle suore Oblate di Santa Grata, che la abitano tuttora.
  7. Chiesa della Dorotina
    Incaricata da don Giuseppe Turani negli anni ’80, la talentuosa artista Luana Raffuzzi ha impreziosito la chiesa del quartiere: la croce in mosaico, l’ambone, l’agnello sotto l’altare, il tabernacolo. Nel 2003 vengono installate le vetrate coloratissime, poi il portale e le porte laterali. A breve anche il fonte battesimale.
  8. Il giardino segreto
    Un giardino privato incastonato tra i quartieri dove si respira un’aria senza tempo.
  9. Una via dove il tempo si è fermato
    [Via San Lorenzo] la via dove si rinvengono tracce degli edifici più antichi del paese che si conclude con il cortile privato di una vecchia cascina, scrigno di attrezzi utili per il lavoro nei campi o in casa, a cura di mani sapienti.
  1. Punto panoramico nel bosco
  2. Villa Bagnada
    L’edificio è un esempio di architettura neoclassica di fine ottocento. La villa è situata
    sotto la vetta del colle Bagnada, immersa in un verde paesaggio collinare ancora integro. Da qui si gode una magnifica vista panoramica sulla pianura sottostante ed i vicini colli. L’interno della villa è completamente affrescato da artisti dell’epoca.
  3. Zona umida
    Una zona umida ad acque basse per la tutela della biodiversità, a sostegno della conservazione della fauna anfibia e del mantenimento della connettività ecologica nella zona speciale di conservazione dei boschi dell’Astino e dell’Allegrezza.
  1. La Porta del parco
    Complesso agricolo inserito nel Parco Regionale dei Colli, che la Contessa Elisa Masnada nel 1984
    con apposito lascito testamentario ha voluto donare alla comunità mozzese. Ora è sede di un animato spazio ristoro dove hanno luogo eventi, attività ricreative e informative e persino un mercato agricolo ogni sabato mattina. Accanto al ristoro gli orti sociali e il frutteto.
  2. Vigneti
    Dalla storica vigna di Mozzo si è tratto il ceppo originario impiantato in tanti vigneti della provincia di Bergamo. La cooperativa Oikos gestisce il vigneto insieme alla cooperativa sociale Alchimia con la quale condivide l’obiettivo comune della valorizzazione dell’area agricola in termini di sostenibilità, visibilità e integrazione con la cittadinanza.
  3. Fornaci
    La fornace di Mozzo, già funzionante agli inizi del Novecento ha svolto la sua attività produttiva di mattoni fino al 1964. Dopo anni di inattività arriva la demolizione dell’edificio nel 1982.
  4. Castello Presati
    Adagiato su un dossello coltivato a vite alla cui
    base sorgono cascine risalenti al tardo medioevo. L’edificio è identificato nelle sue strutture più antiche con il Castello dei “Signori di Mozzo” e la sua torre quadrata in epoca napoleonica è stata ridimensionata in altezza.
  5. Casa degli Angeli
    Ora Istituto riabilitativo laddove una volta sorgeva una casa di accoglienza per ragazze madri.
  6. Muretto panoramico
  7. Tomba di Alfredo Piatti
    Carlo Alfredo Piatti, noto anche come Alfredo Piatti (Bergamo, 8 gennaio 1822 – Mozzo, 18 luglio 1901), è stato un violoncellista e compositore italiano di fama internazionale che ha trascorso a Londra diversi anni della sua movimentata vita.
Con la collaborazione di: